Nata
a
Perugia
e
diplomata
nel
1962
in
Maestro
d’Arte
presso
l’Istituto
d’Arte
“Bernardino
di
Betto”
di
Perugia,
è
guidata
negli
studi
dai
professori
Dante
Filippucci
e Giovanni Dragoni.
Iscritta
all’Accademia
di
Belle
Arti
“P.
Vannucci”
di
Perugia,
incontra
la
figura
del
Maestro
futurista
Gerardo
Dottori.
Dopo
le
prime
esperienze
lavorative
a
Milano
nella
grafica
pubblicitaria,
si
impegna
come
giovane
disegnatrice
in
uno
studio
di
architettura
a
Perugia,
in
attesa
di
conseguire
le
due
abilitazioni
all’insegnamento
del
Disegno
e
della
Storia
dell’Arte
per
le
scuole
di
ogni
ordine
e
grado.
Tale
titolo
le
dà
l’opportunità
di
iniziare
una
lunga
carriera
come
docente
fino
al
1990.
Da
allora
si
dedica
sempre
più
alla
pittura
e
alla
sperimentazione
di
diverse
tecniche
quali
la
ceramica.
Raggiunge
la
piena
maturità
artistica
con
la
pittura
ad
olio,
tecnica
di
gran
lunga
la
più
amata
e studiata.
Ha
esposto
opere
in
31
mostre
personali
ed
ha
partecipato
a
numerose
collettive
in
varie
città
italiane,
con
ampie
segnalazioni
di
stampa
e
di
critica
in
cataloghi
e
riviste
d’arte.
E'
iscritta
nel
Dizionario
degli
Artisti
Liguri
per
l’anno
2015.
Molte
sue
opere
sono
presenti
in
collezioni
private,
è
socia
fondatrice
del
QuiArte
e
iscritta
in
più
associazioni
culturali
del territorio in cui vive.
A
coronamento
di
una
lunga
carriera,
nel
2015
una
sua
opera
in
ceramica
smaltata,
donata
alla
città
di
Perugia,
è
stata
collocata
in
permanenza
nella
sede
del
Museo
d’Arte
Contemporanea
di
Palazzo
della Penna di Perugia.
Biografia
“hanno scritto di lei”
Esposizioni
<<...le mie opere nascono da forti emozioni per un’immagine,
una musica, una parola, e subito la tela bianca lasciata sul
cavalletto diventa complice della “mia scena”.
Solo allora inizio a dipingere!>>
“I COLORI DELLA MEMORIA”
Giovanna
Crescini,
persona
sorridente
e
pensosa,
cordiale
e
riservata,
ha
tracciato
la
propria
autobiografia
attraverso
una
lunga
sequenza
di
tele
che
hanno
disegnato
un
cammino
speculativo
nel
quale
sono
intervenute
modificazioni in tempi lunghi e per linee interne, senza vistose impennate.
Negli
anni
ha
suscitato
un
vasto
interesse
critico
che,
fissandosi
costantemente
sul
colore,
ha
finito
per
indurre
i
suoi
esegeti
a
notevoli
fraintendimenti
delle
sue
intenzioni
o
a
monotone
ripetizioni.
Che
i
colori
della
Crescini
siano
forti,
luminosi
ed
imperiosi
è
un
dato
di
fatto
che
non
giustifica
tuttavia
un
accreditamento
di
anima
felice
ed
ottimista
solo
perché
le
sue
tele
sono
illuminate
da
rossi,
vermigli,
verdi
e
azzurri
intensi.
Ancora
meno
possiamo
essere
consenzienti
con
coloro
che
liquidano
il
problema
parlando
di
una
sorta
di
festival
cromatico.
La
realtà
è
molto
diversa:
il
colore
non
è
un
fine
ma
un
mezzo.
Un
mezzo
che
consente
all’artista
molte
soluzioni,
in
primo
luogo
quella
di
introdurre
nelle
proprie
tele
un
elemento
fisico
in
virtù
del
quale
fiorisce
un
vasto
mondo
di
idee
più
o
meno
evidenti.
Il
costante
interesse
per
la
figura
non
consente
di
concludere
che
ci
si
trovi
di
fronte
ad
una
pittura
realista,
ma
ad
una
soluzione
artistica
che
si
colloca
fra
l’iperrealismo,
il
simbolismo
e
i
mondi
di
sogno
contraddistinti
da
volute
oniriche
che
costruiscono
complesse
trame
di
riferimenti
e
di
eci
esistenziali
che
un
estremo
pudore
trattiene
entro
i
limiti
dell’accenno
senza
giungere
mai
ad
un
aperto
disvelamento.
Il
poco
spazio
disponibile
costringe
a
rimandare
a
tempo
e
a
luoghi
più
opportuni
una
completa
esegesi
dell’attività
artistica
di
Giovanna
Crescini
tenendo
anche
conto
del
suo
recente
impegno
in
campo
ceramico,
ma
si
può
concludere
che
il
suo
mondo
è
simile
a
quello
di
una
scena
teatrale
vista
attraverso
un
velo,
un
velo
che
non
giustifica
voli
di
fantasia,
ma
che
chiede
d’intendere
“con
intelletto
d’amore” i riposti accenti di uno spirito malinconico.
Aldo Maria Pero
“CHIARO DI LUNA”
Ho
sempre
amato
la
pittura
di
Giovanna
Crescini.
Mi
piacciono
i
suoi
colori,
il
gusto
squisito
della
composizione,
il
suo
essere
classica
e
popolare
al
tempo
stesso.
Mi
piacciono
i
suoi
racconti.
Perché
Crescini
è
essenzialmente
una
narratrice.
Davanti
ad
un
suo
dipinto
-
che
vi
siano
figure
umane,
animali,
oggetti
o
persino
lettere
dell’alfabeto
composte
a
formare
parole
non
immediatamente
intellegibili
-
è
inevitabile
andare
a
cercare
il
racconto.
Non
è,
quella
di
Crescini,
una
pittura
impressionistica.
E’
soprattutto
una
pittura
narrativa,
dove
la
narrazione
sconfina
in
una
dimensione
(forse
apparente)
di
sogno.
Amo
quelle
donne
velate
racchiuse
da
una
corona
d’alberi,
quei
crocchi
di
figure
intente
ad
un
mestiere,
o
a
cercare
libri
su
bancarelle
surreali,
o
quelle
donne
-
che
sappiamo
essere
bellissime
-
con
addosso
gli
abiti
leggeri
dell’estate.
Si
abusa
molto
del
termine
“mediterraneo”,
eppure
la
pittura
(e
la
ceramica
che
talvolta
ne
deriva)
di
Crescini
è
profondamente
mediterranea.
O
meglio,
meridionale.
Ho
ravvisato
nei
suoi
quadri
echi
del
grande
e
dimenticato
Saverio
Terruso,
e
di
Guttuso,
ma
anche
della
naïveté
-
cioè
di
quella
ingenuità
che
prima
di
tutto,
come
vogliono
i
dizionari
antichi,
è
nobiltà
-
di
certi
pittori
africani
di
Tingatinga.
Eppure
Giovanna
Crescini
è
un’artista
colta,
per
nulla
“ingenua”
nel
senso
che
diamo
abitualmente
al
termine.
Ma
ha
saputo,
forse
proprio
perchè
colta,
riconoscere
un
linguaggio
immediato
e
forte
e
farlo,
con
straordinaria leggerezza, suo.
F. Molteni
2015 Albissola M. (SV) “Fantasie” Centro Artigianale Restauri Vetrina d’Artista
2016 Carcare Sale di Villa Barrili "Musicalmente"
2017 Perugia Ex Chiesa di Santa Maria della Misericordia “Racconti di Luce”
2018 Albissola M. (SV) Circolo degli Artisti di Pozzo Garitta “Opere Crescini“
Perugia Ex Chiesa di Santa Maria della Misericordia “L’ occhio della mente“
“LE GUARDIANE DEL COLORE”
L’ardore
del
cremisi,
la
sensualità
del
cinabro,
la
maestosità
del
blu
di
Prussia,
il
mistero
delle
terre
d’ombra.
E,
assieme
a
questi,
un’intera
gamma
di
colori
altri,
stesi
negli
accostamenti
più
audaci
ed
icastici,
per
la
creazione
di
immagini
folgoranti.
È
a
tale
fantasmagoria
cromatica
di
estrazione
futurista,
impressa
con
l’energia
e
la
compattezza
della
nitida
pennellata,
che
si
deve
l’impatto
visivo,
quanto
mai
emozionante,
per
chi
osserva
le
opere
di
Giovanna
Crescini:
oli
su
tela,
e
pigmenti
su
creta
in
forma
di
piatti
e
di
sfere.
Densi
di
significati
simbolici,
essendo
proiezioni
di
una
prorompente
interiorità,
questi
colori
divengono
l’alfabeto
segnico,
che
consente
alle
immagini
di
raccontarsi
attraverso
il
sogno,
il
mito,
l’enigma.
Da
un
montaggio
caleidoscopico
costruito
con
una
così
fervida
immaginazione,
le
figure
rimbalzano
con
l’eco
di
narrazioni
visive
incentrate
ora
su
un
Eden
lussureggiante,
che
rinvia
ad
alcune
opere
naturalistiche
di
Henri
Rousseau;
ora
su
gruppi
di
persone,
spesso
figure
femminili,
dotate
di
un
elemento
comune
che
le
unifica
e
insieme
le
isola;
ora
su
oggetti
tra
cui,
rilevanti,
le
sedie
lasciate
sole,
emblema
di
solitudine.
Natura,
persone
e
cose
prendono
vita,
nelle
opere
di
Giovanna,
svelando
di
lei
quella
solare
pienezza
d’amore,
che
è
sostegno
e
guida
di
un
gesto
pittorico
ispirato
in
primis
dal
dolce
paesaggio
umbro,
sua
terra
d’origine
e
luogo
dell’anima,
poi
dal
ridente
paesaggio
ligure,
terra
di
elezione
e
luogo
di
segreti
incantamenti.
Incanto
e
lirismo,
che
nei
dipinti
della
Nostra
si
integrano
con
l’uso
di
una
tecnica
ad
alta
definizione
grazie
a
cui
le
figure,
disposte
su
piani
geometrici
di
ascendenza
spaziale
cubista,
si
stagliano
in
una
luce
metafisica,
netta
di
ombre.
Una
luce
che
armonizza
il
tutto
in
una
sapiente
consonanza
di
opposti:
semplicità
e
complessità,
realismo
e
surrealismo
onirico,
chiarezza
e
mistero.
Poiché,
quello
di
Giovanna
Crescini
è
un
dinamismo
creativo
pari
a
un
vento
impetuoso,
che
soffiando su ogni dipinto vi accende atmosfere colme delle pulsioni e dei fremiti
del
nostro
tempo.
E
fa
di
lei
un’artista,
che
trova
nella
pittura
sia
la
propria
intensa
ragione
di
esistere,
sia
la
propria
forte,
inconfondibile
identità
nello
scenario della pittura contemporanea.
Franca Maria Ferraris
“VOGLIO ANCORA SOGNARE”
Stupisce
di
Giovanna
Crescini
il
fatto
che
ogni
sua
mostra
personale
riesca
a
presentarci
una
Giovanna
Crescini
rinnovata.
E’
raro
infatti
che
un’artista,
raggiunta
in
piena
maturità
una
cifra
stilistica
riconosciuta
e
apprezzata,
acclarato
il
gradimento
di
un
pubblico
sensibile
e
af
fezionato,
rinunci
alla
tentazione
di
trovare
agio
nel
percorso
sperimentato
con
successo.
Giovanna
Crescini
non
sceglie
di
“ripetere
se
stessa”.
Sa
osare,
oltre.
Consapevole
che
il
gioco
dell’arte
è
appunto
sapersi
mettere
in
gioco.
Come
l’obiettivo
dell’artista
è
la
sfida.
E
la
sfida
è
il
divenire,
l’andare
verso.
Anche
verso
un
punto
di
bianco.
Strutturato
nel
colore,
immerso
nel
colore
il
linguaggio
della
Crescini
cerca
la
sor
gente
dalla
quale
scaturisce
tutta
l’ener
gia
cromatica,
per
farle
spazio
sulla
superficie
della
tela.
Scorrendo
le
pagine
pittoriche
degli
anni
più
recenti
la
presenza
del
bianco
si
percepisce
come
un’intuizione.
Af
fiora.
Quasi
pudicamente.
E
cattura
l’occhio.
E’
un
gatto
tra
i
personaggi,
uno
straccio
sulla
seggiola,
una
teiera
nella
natura
morta.
Nel
clamore
del
colore,
Giovanna
Crescini
sa
osare
un
silenzio.
Ed
è
proprio
quel
silenzio
a
dare
alla
composizione
-
sia
di
figure
sia
di
elementi
vegetali
e
naturali
-
il
significato
di
una
riflessione.
La
piacevolezza
estetica
del
quadro
è
sempre
sostanziata
dal
pensiero.
Il
linguaggio
di
Giovanna
Crescini,
per
quanto
possa
apparire
“facile”,
non
si
ferma
ad
una
pittura
di
superficie.
Sa
indagare
nelle
profondità
emotive
ed
emozionali.
Sa
essere
discorso.
T
alvolta
l’artista
si
diverte
a
scomporre
e
ricomporre
le
parole
della
poesia.
Mette
le
parole
dei
poeti
sulla
tela
mischiandole
a
soggetti
ricorrenti
nella
propria
nomenclatura
pittorica
(parole
e
pesci,
bello!).
Pienamente
consapevole
che
la
pittura,
come
la
poesia
-
richiede
da
parte
di
chi
la
fa,
e
di
chi
vi
si
pone
dinnanzi,
grande capacità
di
ascolto.
Maria T
eresa Castellana
B. Cardaci 1999/2002/2003/2006
M.T. Castellana 1991/92/93/2005/06/10/14
T. Piccolini Battaglia 1998
O. Racchi 1998
S. Bottaro 1999/2008/10/13
V. Bucefari 2001
G. Lunardon 2002
F. Molteni 2004/05/14/16
Il Letimbro 1998
Riviera 1999
N. Cassanello 2003
Il Secolo XIX 2004
La Stampa 1995/1999/2008
G. De Gregori 2004/07
M. Pennone 2005/08
S. Alliri 2005/07
C. Marino 2005
G. Latronico 2005
M. Belgiovine 2005
F.M. Ferraris 2006/08/10/14/15/16/17
L. Rossi 2006
P. Gioia 2007
S. Salucci 2007/17/18
I. Trevisan Bach 2007
P. Vintera 2008
A.M. Pero 2009/10/11/12/14/15
B. Cerro 2010/16
F. Marzinot 2011/17/18
S. Pedalino 2011
A.M. Faldini 2013
M. Calleri 2013
L. Visconti 2012
R. Porsenna 2014
L. Chiara 2014
C. Filippi 2014
A. Romizi-Sindaco di Perugia 2017
F. Tuscano 2017
M. Piselli 2017
M. Dragoni 2017
Severini 2018
Elena Sofia Baiocco 2018